Oggi è il Primo Maggio, Festa del Lavoro e dei lavoratori. Ma non solo. Il primo maggio fu l’entrata dei Titini a Trieste che portarono morte e infoibamenti. A maggior ragione il Primo Maggio è un momento di riflessione per tutte le donne e gli uomini liberi che credono nella libertà. Valori e riflessioni che anche quest’anno, a Trieste, sono stati traditi durante il corteo con bandiere e magliette che richiamano invece a dittature, soprusi e libertà negate. Vedere ancora simboli che richiamano il regime di Tito e alla sua dittatura, amareggiano e deludono profondamente: tutte le comunità politiche, nessuna esclusa, hanno l’obbligo morale di condannare in maniera ferma tali simboli, denunciando a gran voce coloro che ne sentono la nostalgia.
È questo un richiamo che dovrebbe essere indirizzato, in primis, a tutta la galassia della sinistra triestina che dovrebbe comprendere che libertà, lavoro e diritti non sono rappresentati da una stella rossa o da un bandiera straniera novecentesca, macchiata del sangue della nostra gente. Oggi dunque è giusto onorare tutti i lavoratori, ma non dimenticheremo mai chi perì per mano dell’odio anti italiano titino.
Foto di Trieste Cafe