“Le politiche attuate dall’UE negli ultimi anni hanno fortemente penalizzato le attività di pesca: un importante asset strategico sia in termini di PIL sia in termini culturali. Il Governo Meloni è intervenuto più volte a difesa dei pescatori e di tutti i comparti afferenti alla pesca e all’acquacoltura attraverso fondi specifici; ne voglio citare alcuni inseriti nelle ultime leggi di bilancio: quelli per sostenere le imprese in difficoltà in caso di calamità o l’aumento delle risorse da 50 a 130 milioni di euro per i contratti di filiera della pesca e dell’acquacoltura. Dunque, Ministro, quali sono le ulteriori azioni a sostegno del comparto della pesca e dell’acquacoltura e per la valorizzazione del ruolo fondamentale dei pescatori, i consorzi e le imprese di pesca italiane?”.
Questa l’interrogazione presentata dalla Deputata di Fratelli d’Italia Nicole Matteoni durante le interrogazioni a risposta immediata del 28 febbraio 2024 alla Camera dei Deputati.
Il Ministro dell’agricoltura, sovranità alimentare e foreste, Francesco Lollobrigida: “Mi dà l’occasione di rispondere anche in relazione al fatto che molti di voi deputati hanno partecipato alla conferenza di ieri. Si trattava di Ismea che dà i dati a Gea, fa un’altra cosa in agricoltura. Ma detto questo, siccome riguarda anche il settore della pesca, possiamo sottolineare alcuni dati che sono stati in questi giorni più volte, anche dalle associazioni rappresentative che fino a prova contraria sono quelle che sanno meglio giudicare quello che è nell’interesse delle proprie aziende, così come i sindacati dei lavoratori sanno rappresentare meglio di altri le istanze di quelli che rappresentano e, per fortuna, sia sulla pesca che sull’agricoltura, sia i sindacati dei lavoratori sia i sindacati delle imprese, unanimemente stanno apprezzando il lavoro che stiamo svolgendo in Europa per invertire quella tendenza che anche nel settore della pesca Lei ha avuto modo di denunciare. -28% delle marinerie, scelte sbagliate in Europa che hanno indebolito il settore della pesca. -40% in Italia, scelte dei Governi italiani di non aver difeso in Europa la pesca da norme che avvantaggiavano alcuni tipi di pesca e danneggiavano sempre marinerie italiane. Che solo così si può spiegare il divario di numeri che ho appena rappresentato. Ma l’Italia ha cambiato rotta in Europa e ha approcciato immediatamente con posizioni chiare avendo il coraggio, anche lì, di votare ‘no’ contro ogni scelta che possa penalizzare le nostre donne e i nostri uomini di mare che vogliono, non solo per passione ma per reddito, continuare a svolgere questo lavoro, senza che, come una scure, la sostenibilità ambientale sia posta per ridurre, in sostanza, la loro capacità di pescare all’interno dello stesso bacino del Mediterraneo, dove noi dismettiamo la flotta che viene armata dall’altra parte del Mediterraneo pescando lo stesso pesce; per cui, anche da quel punto di vista, nella piena illogicità dell’agire. Abbiamo avuto la forza, la voglia, di votare contro la scelta delle telecamere a bordo perché le nostre imbarcazioni, piccole, vedono i lavoratori essere sottoposti a controlli come fossero dei criminali pericolosi. Perché nemmeno ai criminali non pericolosi si puntano la telecamera su quello che fanno. Abbiamo, da questo punto di vista, lo voglio annunciare, scelto di impugnare davanti alla Corte di Giustizia questo provvedimento perché agiremo in ogni modo per difendere i nostri pescatori. Ci sono tanti altri interventi che abbiamo svolto insieme al Parlamento: la modifica della 102, che mette i pescatori, cioè i coltivatori del mare, nella stessa condizione degli agricoltori sulla base delle tutele in termini fiscali, nella possibilità di sostenerli, nella possibilità di avere aree di calamità sulle quali intervenire. Una cosa scandalosa che ci fosse una differenziazione nelle stesse produzioni alimentari mantenuta per anni. Abbiamo scelto di aprire i nostri bandi per il sostegno alle produzioni agricole e della pesca per rinnovare le nostre flotte perché guardiamo a una flotta che si rafforzi e diventi anche più sostenibile. Abbiamo incrementato del 150% i fondi per le filiere della pesca. Abbiamo sostenuto i pescatori e gli acquacoltori su crisi come quella del granchio blu, che era ampiamente annunciata; non è venuto da Marte il granchio blu. È stato sottovalutato da chi prima di noi non ha studiato il fenomeno e i rischi ad esso connessi, ed è per questo che in Europa stiamo chiedendo con forza una strategia nell’area del Mediterraneo condivisa per predisporre modelli che ci permettano di affrontare le vecchie e le nuove specie cosiddette ‘aliene’ che nei nostri mari sono presenti e possono fare danni come quello del granchio blu. Avremo altri modi di confrontarci perché io in questo Parlamento ci sono venuto da Deputato, ci continuerò a venire da Ministro e mai ho rifiutato il confronto con l’Aula sovrana. Certo, uno deve proporre un dibattito se vuole averlo”.