“La solenne cerimonia al monumento alla Foiba di Basovizza è sempre un momento estremamente toccante e rivelatorio, in un luogo simbolo della mia terra natìa che riunisce in sé la sofferenza e il martirio di troppe anime senza colpa, unite dal loro essere italiani e italiane.
Dal Presidente Mattarella fino al nostro primo cittadino il Sindaco Dipiazza, i membri delle Istituzioni italiane si sono prodigati nel valorizzare l’ingiusta fine di tutte le vittime innocenti torturate, seviziate, infoibate dai partigiani slavi. Per troppo tempo, la verità storica è stata taciuta. Adesso, tutte quelle voci rivendicano il loro legittimo riconoscimento, andando oltre l’amara disumanità che le privò della loro dignità umana.
La Giornata del Ricordo è la cura che sana le ferite di un passato macchiato di vergogna e violenza, e che rigetta ogni tipo di negazione ed oblio. In questo, riconosco l’alto compito del nostro Stato, di far continuare a vivere la Memoria dell’Esodo nella mente e nei cuori di tutti gli italiani e nelle giovani generazioni, cittadini del domani provenienti da una gloriosa eredità italica e animo patriottico.
In quanto triestina, il mio immenso grazie va alle Associazioni degli Esuli e d’Arma e alla Lega Nazionale, che dimostrano il loro costante impegno per far sentire le voci di coloro che non devono essere dimenticati, e per far sopravvivere un tragico passato nel quale ci fu chi diventò italiano due volte, per nascita e per coraggiosa scelta.
Rivolgo infine il mio ringraziamento a Giorgia Meloni, primo Premier italiano mai venuto alla Foiba di Basovizza, e ai Ministri Abodi, Sangiuliano, Tajani e Ciriani, per aver dimostrato con la loro presenza a Trieste un glorioso atto di rispetto verso tutto il popolo Istriano, Fiumano, Giuliano Dalmata, che d’ora in poi deve rimanere vivo in tutti noi, italiani di ieri, oggi e domani, perché la nostra Storia è una “Storia di famiglia”.
Questo il commento dell’On. Nicole Matteoni, presente quest’oggi alla celebrazione della Giornata del Ricordo presso il monumento alla Foiba di Basovizza a Trieste.