Dagli esordi al Festivalbar fino al Festival di Sanremo, per arrivare alla fama internazionale grazie alla vittoria di un Grammy Award negli anni ’80, Lorenzo Pilat ha contribuito nel creare una solida base della canzone italiana, e con il suo abile talento di ‘artefice della parola’ ha lasciato il segno nelle più celebri canzoni come “Finché la barca va”, “Nessuno mi può giudicare” e “Quanto è bella lei”.
Da triestina, è per me un immenso piacere e fonte di orgoglio sapere che nella serata di ieri al Politeama Rossetti di Trieste, in occasione dello spettacolo tributo al Maestro, “Love me Night – Lorenzo Pilat da Trieste a Las Vegas”, Pilat è stato insignito del Sigillo Trecentesco, alto riconoscimento al suo operato e alla sua carriera, nonché in onore alla dedizione artistica dimostrata e per essere stato un ambasciatore della cultura italiana all’estero.
‘Pilade’, pseudonimo che i più fedeli appassionati ben conoscono, ha dimostrato in ogni momento un grande amore e riconoscenza verso la sua Trieste. Sempre disponibile nel partecipare a progetti di ogni sorta, accettò di essere protagonista del mio progetto culturale rivolto alle scuole dell’infanzia del Comune di Trieste, quando ricoprivo l’incarico di Assessore alle Politiche dell’Educazione e della Famiglia, dove Pilat cantò in dialetto triestino per trasmettere ai più piccoli l’importanza delle nostre tradizioni, dicendo loro di non vergognarsi a parlare in triestino poiché testimone del significato identitario di ognuno. Fu un progetto importante che volli realizzare per fare conoscere ai bimbi le radici della tradizione musicale Triestina.
Per il Maestro, le radici culturali triestine hanno rappresentato il punto di partenza per edificare una cultura della lingua e della musica senza eguali, che tutti noi dovremmo possedere per percepirne appieno l’alto valore artistico e formativo.
Così commenta l’On. Nicole Matteoni, deputata triestina di Fratelli d’Italia e membro della Commissione Cultura