Da cuore pulsante della città ad ammasso di ruderi fatiscenti, negli ultimi anni il Porto Vecchio triestino sta vivendo un nuovo rinascimento, e viene considerato uno degli ambiti di archeologia industriale più rilevanti del Mediterraneo.
In coerenza con l’attuale Masterplan di Porto Vecchio, che richiede consistenti risorse economiche, umane e temporali, sono numerosi gli interventi che sono finanziati o comunque governati dal Ministero della Cultura: dal Viale dei Congressi al Museo del Mare, al Viale Monumentale, al Parco Lineare, la Cittadella dello Sport per circa 50 milioni di euro di investimenti ministeriali.
Oggi il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano completata la visita ai lavori di riqualificazione di Porto Vecchio, si è recato al Museo della civiltà Istriano Fiumano e Dalmata sito al secondo piano del magazzino 26 dove sono esposte le masserizie degli esuli per lungo tempo esposte al magazzino 18
Colpito nel profondo dei sentimenti, dopo la visita ha anche rilasciato un lungo messaggio sul libro dei ricordi, all’uscita del Magazzino 26.
“Gli oggetti di vita quotidiani che gli esuli si sono portati via dalle proprie case e raccolti in questo museo, sono l’ultima testimonianza concreta e reale, da toccare con mano, di una tragedia quale è stata l’esodo delle popolazioni giuliane, fiumane, istriane e dalmate. Tragedia consumatasi durante il periodo di massima operatività del processo di pulizia etnica nei confronti di tutti quei cittadini di nazionalità italiana, e non solo, che non vollero abbracciare gli ideali del governo jugoslavo di Tito e che erano orgogliosi della loro identità.
Ma questa massa di materiali, questa quasi fotografia del “vivere” di una società che si interruppe di colpo, trascinata via dagli eventi del secondo dopoguerra, per chi ha l’italianità nel suo DNA, non sono solo oggetti inanimati, sono oggetti che parlano e mantengono vivo il ricordo della memoria.
Come affermato anche dal Ministro della Cultura, dott. Gennaro Sangiuliano: – La memoria non può essere qualcosa di astratto, ma deve essere qualcosa di tangibile, che noi possiamo toccare e quindi abbiamo il dovere di coltivare la memoria della tragedia dell’esodo e delle Foibe. Credo che questo debba diventare l’essenza di essere Italiani, come altre importanti pagine storiche-
Parole che mi hanno profondamente commosso.”
Così commenta l’On. Nicole Matteoni, deputata triestina di Fratelli d’Italia, presente all’incontro con il Ministro Sangiuliano in Porto Vecchio