Con il cuore a destra

Wärtsilä, l’impegno di politica e sindacati raggiunge Roma

I sindacati lasciano la torcia di Wärtsilä in mano ai neo-eletti in Parlamento, con la speranza che nella staffetta verso Roma il fuoco che accende Triesteinfiammi anche il Governo. Sindacati e parlamentari in un faccia a faccia che vede tutti dalla stessa parte: quella dei 451 lavoratori del polo triestino del colosso finalndese. L’incontro è stato organizzato nella giornata di ieri da Fim, Fiom e Uilm; a rispondere alla chiamata Pizzimenti, Panizzut, Rosato, DeMonte, Serracchiani, Rojc, Rizzetto e Matteoni. Tutti i membri del parlamento intervenuti si sono impegnati “a intervenire presso il Governo, non appena insediato, sui ministri competenti, a partire dal ministero dello sviluppo economico”, riporta Ansa. Fratelli d’Italia si trova così a essere pivot attorno al quale affaccendarsi per sciogliere la crisi, tant’è che è proprio Urso a essere il nuovo titolare del mise. “Abbiamo promesso un impegno forte sullo stabilimento triestino” assicura Rizzetto, che ha partecipato al tavolo con la collega Nicole Matteoni, “sarà il primo atto parlamentare di cui ci occuperemo”. Agli antipodi ma rivolta verso lo stesso obiettivo Serracchiani: “Abbiamo accompagnato un’iniziativa determinata e coraggiosa dei lavoratori ottenendo dei risultati ma ora deve continuare il massimo impegno in tutte le sedi competenti per seguire gli ulteriori sviluppi”. Riferendo quanto emerso da un recente incontro con il nuovo AD di Wärtsilä Italia, Michele Cafagna, la parlamentare dice che “l’intenzione dell’azienda non è cambiata rispetto alla scelta di ristrutturazione aziendale. Hanno però compreso che l’iniziale posizione di rottura non era utile neanche all’azienda”. Per mantenere la produzione sarà necessario trovare partner anche italiani coinvolgendo il mef – ora di Giorgetti – con le sue partecipate. La deputata dem ha anche informato che “allo stabilimento di Bagnoli ci sono già state visite di altre aziende ma non c’è nessuna intenzione di proseguire la produzione di motori. Invece – ha puntualizzato – si deve insistere nella produzione di motori, coinvolgendo lo stabilimento nel piano di transizione ecologica. Questa produzione è fondamentale non solo per Trieste e per il Paese ma anche – ha concluso – per un’Europa che miri a un’offerta più ambiziosa e larga nel settore”. La senatrice Tatjana Rojc, collegata via Zoom con la riunione, è “d’accordo con l’approccio della collega Serracchiani e dei sindacati” e ha proposto di “mantenere il confronto anche nell’ambito della legislazione europea”.
La chiave per Azione è il pragmatismo a tutti i costi, “su questo come su altri temi”. Il Terzo Polo sarà “collaborativo con le altre forze politiche, perché la priorità è trovare una soluzione a questa situazione paradossale”, continua Daniela Rossetti. “Ora, con Isabella De Monte a rappresentare il territorio in Parlamento, la nostra azione potrà essere ancora più incisiva”.

Poi ci sono i sindacati. A parlare ai microfoni Rai sono stati Marco Relli, Fabio Kanidisek e Antonio Rodà. “Ci aspettiamo che i parlamentari siano conseguenti a quello che è stato fino adesso l’intervento del Governo” spiega Relli. Anche Kanidisek chiede “l’impegno a mantenere la stessa linea”. Meno ottimista Rodà, che confessa: “Wärtsilä tornerà al tavolo con le stesse intenzioni”.

Il nuovo Governo e le promesse dei parlamentari, in fin dei conti, danno speranza a un tema, quello di Wärtsilä, che è pura dinamite. Speranza che potrebbe evaporare se le ferite di quel 14 luglio non dovessero essere risanate.

 

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