Con il cuore a destra

Giunta Dipiazza: intervista all’assessore Nicole Matteoni

Un profondo amore per la politica, nonché una già lunga e diversificata carriera nonostante la giovane età: dopo aver visto alcuni dei pilastri e colonne portanti storiche dell’Amministrazione Dipiazza, conosciamo oggi più nel dettaglio Nicole Matteoni.
Con un assessorato alle Politiche dell’Educazione e della Famiglia, con delega a Educazione, Scuola, Giovani, Famiglia, Sistema bibliotecario e Pari opportunità, il neo Assessore racconta l’ambizione di amministrare al meglio Trieste portando “risultati sempre più evidenti e maggiori”, con la speranza di vedere in politica “sempre più giovani” per “tornare a giocare in squadra per la società”.

Un nuovo percorso ma con la stessa linea politica: oltre alla continuità, quali saranno le novità e gli obiettivi più importanti che vorrebbe raggiungere entro la fine del mandato?

“Innanzitutto c’è stata una riorganizzazione di tutte le deleghe un mese e mezzo prima che noi entrassimo in carica quindi, oltre al classico assessorato a scuola ed educazione, ho anche le pari opportunità, la delega alla famiglia, i giovani e il sistema bibliotecario.
Si tratta di un lavoro nuovo che necessita di un percorso di sinergia tra deleghe che possa portare risultati sempre più evidenti e maggiori; perché, ovviamente, una ridistribuzione delle deleghe non omogenee renderebbe il lavoro molto più difficile, invece in questo modo l’obiettivo è quello di essere più efficaci nelle politiche pubbliche”.

Quindi una continuità ‘riorganzizata’?

“Di sicuro ci sarà una linea di continuità, ma quello che io voglio fare non è una politica minimalista che pensa solo al miglioramento dei servizi: voglio fare ancora di più.
In primis sarà necessario comprendere quelle che saranno le esigenze post-covid, visto che il nostro modo di vivere è certamente cambiato; bisognerà inoltre lavorare anche sulla forte divisione che purtroppo c’è tra il mondo pubblico e privato, quindi delle esigenze di famiglie che lavorano in diversi settori.
Con Trieste prima città per qualità della vita, la mia idea è quella di lanciare un messaggio a tutta Italia che è ‘Trieste è la città della famiglia’.
Le persone così, grazie allo smart working, possono ritrovarsi nelle proprie case, oppure scegliere una nuova città dove vivere.
Quindi vorrei sviluppare molte idee che vanno oltre al gestire il quotidiano: questo è il mio obiettivo per i prossimi cinque anni”.

Prima di diventare Assessore, qual è stato il suo percorso di studi e le sue esperienze lavorative? 

“Mi sono diplomata come perito aziendale, corrispondente in lingue estere, conseguendo poi la laurea triennale in scienze politiche. Con gli studi, per ora, mi sono fermata un po’, perché ho dato priorità al lavoro, ma devo finire la laurea magistrale in Scienze del governo e Politiche pubbliche.
Per quanto riguarda invece le esperienze lavorative, ho sempre operato nel privato, tranne negli ultimi tre anni che ho avuto l’opportunità di lavorare in Consiglio regionale, che è stato una palestra di amministrazione pura che mi ha aiutato tanto anche per affrontare la sfida dell’assessorato.
Ho lavorato anche in uno studio tributario e ho ricoperto il ruolo di consigliere d’amministrazione sia in Esatto sia al Rossetti”.

Per quanto riguarda invece la sua esperienza politica?

“Ho iniziato a far politica a diciannove anni, entrando a far parte di Azione Giovani, che era il movimento giovanile di Alleanza Nazionale: da lì ho seguito il mio gruppo confluendo in Popolo della Libertà, dove sono stata dirigente provinciale del movimento giovanile.
Nel 2012 ho compreso che non era possibile andare avanti con Popolo della Libertà, Silvio Berlusconi ci aveva tolto la possibilità di fare i congressi, e quindi seguimmo Giorgia Meloni e fondammo Fratelli d’Italia. Io ho fondato Fratelli d’Italia a Trieste, a 24 anni, e pian piano questa piantina è cresciuta e ne sono molto orgogliosa. A venticinque anni sono stata poi candidata alla Camera dei Deputati per la prima volta e di nuovo nel 2018.
Ad oggi ricopro la carica di Vicesegretario provinciale e sono stata eletta membro dell’assemblea nazionale del partito e, ancora per poco, ricoprirò la carica di dirigente nazionale del movimento giovanile.
Sono ormai quattordici anni che faccio politica, perché ci credo davvero molto: le idee possono diventare azioni e ci può essere una politica seria.
Siamo una destra, come dice Giorgia Meloni, con le mani pulite e le scarpe sporche di fango, senza aiuti e con tanta voglia di fare”.

Un bagaglio d’esperienza politica molto importante nonostante la giovane età…

“Ho fatto un percorso vecchio stile: una volta in politica si iniziava da giovanissimi, prima con le circoscrizioni, poi in consiglio comunale e poi un proseguo. Io ho avuto questo percorso grazie a Fratelli d’Italia: quando AN è stata sciolta abbiamo interrotto quel percorso storico di formazione che è utilissimo, perché la politica non deve essere un parcheggio, ma devono essere messe persone che hanno una formazione, che hanno delle idee, che capiscono cosa sia una pubblica amministrazione e avere quel quid in più per dare un senso alle politiche pubbliche in base alla propria visione valoriale; che è fondamentale, altrimenti basterebbe un tecnico. L’assessore deve dare i suoi indirizzi politici per fare buona amministrazione, questa è la grande sfida.
Già nel 2016 ricevetti l’unanimità dei voti per fare l’assessore, ma decisi di fare un passo indietro, perché credo veramente ci debba essere un percorso di formazione forte e adeguato. Adesso l’ho avuta e mi sento pronta per questa carica”.

Ritieni che la politica sia una componente importante nella vita dei giovani, soprattutto oggi, dove si osserva una sempre maggiore disillusione da parte dei ragazzi? 

“La mia speranza è che arrivino in politica sempre più giovani: sarebbe bello si comprendesse che militanza non è fare l’assessore, fare il consigliere comunale. Militanza significa spendersi ogni giorno per portare avanti le proprie idee e i valori in cui si crede senza avere niente in cambio.
Al di là del partito in cui un ragazzo vuole spendersi, ci deve essere questa nuova voglia di entrare in gioco, di essere protagonisti del presente e del futuro. Quindi un auspicio che io faccio è che tutti i ragazzi inizino presto a far politica, che non la vedano come una cosa sporca, o una strada per arrivare a ricoprire una carica.
Spero davvero che ci siano sempre più persone che tornino a far politica, che tornino nei partiti, perchè sono loro i deputati a tenere in piedi il sistema democratico; senza persone avremo sempre più una deriva individualista del mondo. Bisogna tornare a giocare in squadra per la società”.

Come mai è stato scelto per lei questo assessorato e le relative deleghe?

“Il mio percorso è sempre stato orientato al miglioramento della scuola: l’istruzione vista come palestra di vita, un momento importante per la formazione dei giovani.
La scuola, per noi di Fratelli d’Italia, è un punto cardine per fare crescere la società: si tratta di un argomento che ho sempre portato avanti e, data la mia inclinazione su questo tema, si è proceduto con questa scelta.
Ho fatto poi tanta militanza con i giovani, ho fatto anche la commissaria alle Pari opportunità, quindi sono molto preparata sugli argomenti del mio assessorato e deleghe”.

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